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Vangelo Secondo Luca

DAL CAPITOLO: -- 15 -- AL CAPITOLO: -- 19 --

Capitolo 15

15,1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.

15,2 I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: "Costui accoglie i peccatori 

e mangia con loro".

15,3 Ed egli disse loro questa parabola:

15,4 "Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le 

novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non 

la trova?

15,5 Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle,

15,6 va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: "Rallegratevi 

con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta".

15,7 Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si 

converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di 

conversione.

15,8 Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende 

la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?

15,9 E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: 

"Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto".

15,10 Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo 

peccatore che si converte".

15,11 Disse ancora: "Un uomo aveva due figli.

15,12 Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di 

patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze.

15,13 Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, 

partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo 

in modo dissoluto.

15,14 Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia 

ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.

15,15 Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella 

regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci.

15,16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; 

ma nessuno gli dava nulla.

15,17 Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno 

pane in abbondanza e io qui muoio di fame!

15,18 Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso 

il Cielo e davanti a te;

15,19 non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno 

dei tuoi salariati".

15,20 Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre 

lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo 

e lo baciò.

15,21 Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a 

te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".

15,22 Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più 

bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali 

ai piedi.

15,23 Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa,

15,24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto 

ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa.

15,25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino 

a casa, udì la musica e le danze;

15,26 chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo.

15,27 Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto 

ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo".

15,28 Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a 

supplicarlo.

15,29 Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e 

non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un 

capretto per far festa con i miei amici.

15,30 Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue 

sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso".
15,31 Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che 

è mio è tuo;

15,32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era 

morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"".

Capitolo 16

16,1 Diceva anche ai discepoli: "Un uomo ricco aveva un amministratore, 

e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi.

16,2 Lo chiamò e gli disse: "Che cosa sento dire di te? Rendi conto della 

tua amministrazione, perché non potrai più amministrare".

16,3 L'amministratore disse tra sé: "Che cosa farò, ora che il mio padrone 

mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, 

mi vergogno.

16,4 So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato 

dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua".

16,5 Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: 

"Tu quanto devi al mio padrone?".

16,6 Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua 

ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta".

16,7 Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure 

di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta".

16,8 Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito 

con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari 

sono più scaltri dei figli della luce.

16,9 Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, 

perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore 

eterne.

16,10 Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose 

importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto 

anche in cose importanti.

16,11 Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi 

affiderà quella vera?

16,12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà 

la vostra?

16,13 Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l'uno e 

amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. 

Non potete servire Dio e la ricchezza".

16,14 I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste 

cose e si facevano beffe di lui.

16,15 Egli disse loro: "Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti 

agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini 

viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole.

16,16 La Legge e i Profeti fino a Giovanni: da allora in poi viene annunciato 

il regno di Dio e ognuno si sforza di entrarvi.

16,17 È più facile che passino il cielo e la terra, anziché cada un solo 

trattino della Legge.

16,18 Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette 

adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette 

adulterio.

16,19 C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino 

finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti.

16,20 Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di 

piaghe,

16,21 bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; 

ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

16,22 Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. 

Morì anche il ricco e fu sepolto.

16,23 Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano 

Abramo, e Lazzaro accanto a lui.

16,24 Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro 

a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché 

soffro terribilmente in questa fiamma".

16,25 Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto 

i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è 

consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti.

16,26 Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che 

di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere 

fino a noi".

16,27 E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di 

mio padre,

16,28 perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non 

vengano anch'essi in questo luogo di tormento".

16,29 Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro".

16,30 E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da 

loro, si convertiranno".

16,31 Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi 

neanche se uno risorgesse dai morti"".

Capitolo 17

17,1 Disse ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a 

colui a causa del quale avvengono.

17,2 È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia 

gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli.

17,3 State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, 

rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli.

17,4 E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette 

volte ritornerà a te dicendo: "Sono pentito", tu gli perdonerai".

17,5 Gli apostoli dissero al Signore:

17,6 "Accresci in noi la fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto 

un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sràdicati e vai a 

piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.

17,7 Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, 

quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"?

17,8 Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai 

fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai  

tu"?

17,9 Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini 

ricevuti?

17,10 Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, 

dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"".

17,11 Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la 

Galilea.

17,12 Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si 

fermarono a distanza

17,13 e dissero ad alta voce: "Gesù, maestro, abbi pietà di noi!".

17,14 Appena li vide, Gesù disse loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti".

mentre essi andavano, furono purificati.

17,15 Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce,

17,16 e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un 

Samaritano.

17,17 Ma Gesù osservò: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove 

dove sono?

17,18 Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, 

all'infuori di questo straniero?".

17,19 E gli disse: "Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".

17,20 I farisei gli domandarono: "Quando verrà il regno di Dio?". Egli 

rispose loro: "Il regno di Dio non viene in modo da attirare 

l'attenzione,

17,21 e nessuno dirà: "Eccolo qui", oppure: "Eccolo là". Perché, ecco, 

il regno di Dio è in mezzo a voi!".

17,22 Disse poi ai discepoli: "Verranno giorni in cui desidererete vedere 

anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete.

17,23 Vi diranno: "Eccolo là", oppure: "Eccolo qui"; non andateci, non 

seguiteli.

17,24 Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all'altro del 

cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.

17,25 Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa 

generazione.

17,26 Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo:
17,27 mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al 

giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece morire 

tutti.

17,28 Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, 

vendevano, piantavano, costruivano;

17,29 ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo 

e li fece morire tutti.

17,30 Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si manifesterà.

17,31 In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue 

cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non 

torni indietro.

17,32 Ricordatevi della moglie di Lot.

17,33 Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, 

la manterrà viva.

17,34 Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: 

l'uno verrà portato via e l'altro lasciato;

17,35 due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà portata 

via e l'altra lasciata".

17,36 Questo versetto ( Due saranno nel campo: l’uno verrà portato via, l’altro 

lasciato ) è omesso perché manca nei manoscritti più autorevoli.

17.37 Allora gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà 

il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi".

Capitolo 18

18,1 Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza 

stancarsi mai:

18,2 "In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo 

per alcuno.

18,3 In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: 

"Fammi giustizia contro il mio avversario".

18,4 Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non 

temo Dio e non ho riguardo per alcuno,

18,5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché 

non venga continuamente a importunarmi"".

18,6 E il Signore soggiunse: "Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.

18,7 E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte 

verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo?

18,8 Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, 

quando verrà, troverà la fede sulla terra?".

18,9 Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione 

di essere giusti e disprezzavano gli altri:

18,10 "Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro 

pubblicano.

18,11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio 

perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e 

neppure come questo pubblicano.

18,12 Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che 

possiedo".

18,13 Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare 

gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà 

di me peccatore". 

18,14 Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua 

giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si 

umilia sarà esaltato".

18,15 Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i d

iscepoli, vedendo ciò, li rimproveravano.

18,16 Allora Gesù li chiamò a sé e disse: "Lasciate che i bambini vengano a me 

e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno 

di Dio.

18,17 In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l'accoglie 

un bambino, non entrerà in esso".

18,18 Un notabile lo interrogò: "Maestro buono, che cosa devo fare per avere 

in eredità la vita eterna?".

18,19 Gesù gli rispose: "Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non 

Dio solo.

18,20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non 

rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre".

18,21 Costui disse: "Tutte queste cose le ho osservate fin dalla giovinezza".

18,22 Udito ciò, Gesù gli disse: "Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello 

che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; e vieni! 

Seguimi!".

18,23 Ma quello, udite queste parole, divenne assai triste perché era molto 

ricco.

18,24 Quando Gesù lo vide così triste, disse: "Quanto è difficile, per quelli 

che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio.

18,25 È più facile infatti per un cammello passare per la cruna di un ago, 

che per un ricco entrare nel regno di Dio!".

18,26 Quelli che ascoltavano dissero: "E chi può essere salvato?".

18,27 Rispose: "Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio".

18,28 Pietro allora disse: "Noi abbiamo lasciato i nostri beni e ti abbiamo 

seguito".

18,29 Ed egli rispose: "In verità io vi dico, non c'è nessuno che abbia 

lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di 

Dio,

18,30 che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel 

tempo che verrà".

18,31 Poi prese con sé i Dodici e disse loro: "Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, 

e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio 

dell'uomo:

18,32 verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo 

copriranno di sputi

18,33 e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà".

18,34 Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava 

oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.

18,35 Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a 

mendicare.

18,36 Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse.

18,37 Gli annunciarono: "Passa Gesù, il Nazareno!".

18,38 Allora gridò dicendo: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!".

18,39 Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma 

egli gridava ancora più forte: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!".

18,40 Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu 

vicino, gli domandò:

18,41 "Che cosa vuoi che io faccia per te?". Egli rispose: "Signore, che 

io veda di nuovo!".

18,42 E Gesù gli disse: "Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato".

18,43 Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto 

il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Capitolo 19

19,1 Entrò nella città di Gerico e la stava attraversando,

19,2 quand'ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco,

19,3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, 

perché era piccolo di statura.

19,4 Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro,

perché doveva passare di là.

19,5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: "Zaccheo,

scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua".

19,6 Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia.

19,7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: "È entrato in casa di un peccatore!".

19,8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: "Ecco, Signore, io do la metà

di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco 

quattro volte tanto".

18,9 Gesù gli rispose: "Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché 

anch'egli è figlio di Abramo.

19,10 Il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che

era perduto".

19,11 Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, disse ancora una parabola, 

perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio 

dovesse manifestarsi da un momento all'altro.

19,12 Disse dunque: "Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano,

per ricevere il titolo di re e poi ritornare.

19,13 Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro,

dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno".

19,14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una

delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi".

19,15 Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei 

servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse 

guadagnato.

19,16 Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha

fruttate dieci".

19,17 Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, 

ricevi il potere sopra dieci città".

19,18 Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne

ha fruttate cinque".

19,19 Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".

19,20 Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro,

che ho tenuto nascosta in un fazzoletto;

19,21 avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai

messo in deposito e mieti quello che non hai seminato".

19,22 Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!

Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in 

deposito e mieto quello che non ho seminato:

19,23 perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio

ritorno l'avrei riscosso con gli interessi".

19,24 Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui

che ne ha dieci".

19,25 Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!".

19,26 "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche 

quello che ha.

19,27 E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, 

conduceteli qui e uccideteli davanti a me"".

19,28 Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso 

Gerusalemme.

19,29 Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli

Ulivi, inviò due discepoli

19,30 dicendo: "Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro 

legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui.
19,31 E se qualcuno vi domanda: "Perché lo slegate?", risponderete così: "Il 

Signore ne ha bisogno"".

19,32 Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto.

19,33 Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: "Perché slegate 

il puledro?".

19,34 Essi risposero: "Il Signore ne ha bisogno".

19,35 Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi 

fecero salire Gesù.

19,36 Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada.

19,37 Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la

folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce

per tutti i prodigi che avevano veduto,

19,38 dicendo: 

 "Benedetto colui che viene, 

il re, nel nome del Signore. 

Pace in cielo 

e gloria nel più alto dei cieli!".(S

al 117,26)

19,39 Alcuni farisei tra la folla gli dissero: "Maestro, rimprovera i tuoi 

discepoli".

19,40 Ma egli rispose: "Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le 

pietre".

19,41 Quando fu vicino, alla vista della città pianse su di essa

19,42 dicendo: "Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che

porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.

19,43 Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di

trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte;

19,44 distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te 

pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei

stata visitata".

19,45 Ed entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano,

19,46 dicendo loro: "Sta scritto: 

La mia casa sarà casa di preghiera. 

Voi invece ne avete fatto un covo di ladri"(Is 56,7 - Ger 7,11)

19,47 Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi 

cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo;

19,48 ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle

sue labbra nell'ascoltarlo.

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