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Vangelo Secondo Matteo
DAL CAPITOLO: --11-- AL CAPITOLO: --14--
 Capitolo 11
11,1 Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di lì per insegnare e predicare nelle loro città.
11,2 Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò
11,3 a dirgli: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".
11,4 Gesù rispose loro: "Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:
11,5 i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.
11,6 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".
11,7 Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?
11,8 Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re!
11,9 Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta.
11,10 Egli è colui del quale sta scritto: Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via.
11,11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui.
11,12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono.
11,13 Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni.
11,14 E, se volete comprendere, è lui quell'Elia che deve venire.
11,15 Chi ha orecchi, ascolti!
11,16 A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e rivolti ai compagni, gridano:
11,17 "Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!".
11,18 è venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: "è indemoniato".
11,19 è venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: "Ecco, è un mangione e   un beone, un amico di pubblicani e di peccatori". Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie".
11,20 Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite:
11,21 “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.
11,22 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.
11,23 E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora!
11,24 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!".
11,25 In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
11,26 Si, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.
11,27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
11,28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
11,29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.
11,30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero".
Capitolo 12
12,1 In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
12,2 Vedendo ciò, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato".
12,3 Ma egli rispose loro: "Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame?
12,4 Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che ne a lui ne ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti.
12,5 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio violano il sabato e tuttavia sono senza colpa?
12,6 Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio.
12,7 Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa.
12,8 Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".
12,9 Allontanatosi di lì, andò nella loro sinagoga;
12,10 ed ecco c’era un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: "È lecito guarire in giorno di sabato?".
12,11 Ed egli rispose loro: "Chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l'afferra e la tira fuori?
12,12 Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene".
12,13 E disse all'uomo: "Tendi la tua mano". Egli la tese e quella ritornò sana come l'altra.
12,14 Allora i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
12,15 Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti
12,16 e impose loro di non divulgarlo,
12,17 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
12,18  Ecco il mio servo, che io ho scelto;
            il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento.
            Porrò il mio spirito sopra di lui
            e annuncerò alle nazioni la giustizia.
12,19  Non contesterà ne griderà
            ne si udrà nelle piazze la sua voce.
12,20  Non spezzerà una canna già incrinata,
            non spegnerà una fiamma smorta,
           finché non abbia fatto trionfare la giustizia;
12,21 nel suo nome spereranno le nazioni. (Is 42,1-4)
12,22 In quel tempo fu portato a Gesù un indemoniato, cieco e muto, ed egli lo guarì, sicché il muto parlava e vedeva.
12,23 Tutta la folla era sbalordita e diceva: "Che non sia costui il figlio di Davide?".
12,24 Ma i farisei, udendo questo, dissero: "Costui non scaccia i demoni se non per mezzo di Beelzebùl, capo dei demoni".
12,25 Egli però, conosciuti i loro pensieri, disse loro: "Ogni regno diviso in se stesso cade in rovina e nessuna città o famiglia divisa in se stessa potrà restare in piedi.
12,26 Ora, se Satana scaccia Satana, è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi?
12,27 E se io scaccio i demoni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici.
12,28 Ma, se io scaccio i demoni per mezzo dello Spirito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
12,29 Come può uno entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega? Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
12,30 Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
12,31 Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata.
12,32 A chi parlerà contro il Figlio dell'uomo, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, ne in questo mondo ne in quello futuro.
12,33 Prendete un albero buono, anche il suo frutto sarà buono. Prendete un albero cattivo, anche il suo frutto sarà cattivo: dal frutto infatti si conosce l'albero.
12,34 Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda.
12,35 L'uomo buono dal suo buon tesoro trae fuori cose buone, mentre l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori cose cattive.
12,36 Ma io vi dico: di ogni parola vana che gli uomini diranno, dovranno rendere conto nel giorno del giudizio;
12,37 infatti in base alle tue parole sarai giustificato e in base alle tue parole sarai condannato".
12,38 Allora alcuni scribi e farisei gli dissero: "Maestro, da te vogliamo vedere un segno".
12,39 Ed egli rispose loro: "Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta.
12,40 Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
12,41 Nel giorno del giudizio, quelli di Ninive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona!
12,42 Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!
12,43 Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova.
12,44 Allora dice: "Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito". E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna.
12,45 Allora va, prende con se altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia".
12,46 Mentre egli parlava ancora alla folla, ecco, sua madre e i suoi fratelli stavano fuori e cercavano di parlargli.
12,47 Qualcuno gli disse: "Ecco, tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e cercano di parlarti".
12,48 Ed egli, rispondendo a chi gli parlava, disse: "Chi è mia madre e chi son miei fratelli?".
12,49 Poi, tendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: "Ecco mia madre e i miei fratelli!
12,50 Perché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è per me fratello, sorella e madre".Capitolo 13
13,1 Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare.
13,2 Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.
13,3 Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: "Ecco, il seminatore uscì a seminare.
13,4 Mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono.
13,5 Un'altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c'era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo.
13,6 Ma, quando spuntò il sole, fu bruciata e non avendo radici seccò.
13,7 Un'altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono.
13,8 Un'altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta per uno.
13,9 Chi ha orecchi, ascolti".
13,10 Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: "Perché a loro parli con parabole?".
13,11 Egli rispose loro: "Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato.
13,12 Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha.
13,13 Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono.
13,14 Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:
           Udrete, sì, ma non comprenderete, 
           guarderete, sì, ma non vedrete.
13,15 Perché il cuore di questo popolo
          è diventato insensibile, 
          sono diventati duri di orecchi
          e hanno chiuso gli occhi,
          perché non vedano con gli occhi, 
          non ascoltino con gli orecchi
          e non comprendano con il cuore e non si convertano
          e io li guarisca!
13,16 Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 
13,17 In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!
13,18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore.
13,19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.
13,20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l'accoglie subito con gioia,
13,21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno.
13,22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto.
13,23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno".
13,24 Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo.
13,25 Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò.
13,26 Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania.
13,27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?".
13,28 Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?".
13,29 "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con sradichiate anche grano.
13,30 Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio".
13,31 Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo.
13,32 Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami".
13,33 Disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata".
13,34 Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole,
13,35 perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:
      Aprirò la mia bocca con parabole, 
      proclamerò cose nascoste 
      fin dalla fondazione del mondo.
13,36 Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo".
13,37 Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo.
13,38 Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno
13,39 e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli.
13,40 Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo.
13,41 Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità
13,42 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
13,43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!
13,44 Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo.
13,45 Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose;
13,46 trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
13,47 Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci.
13,48 Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci nei canestri e buttano via i cattivi.
13,49 Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni
13,50 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
13,51 Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì".
13,52 Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".
13,53 Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
13,54 Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: "Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?
13,55 Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda?
13,56 E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?".
13,57 Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: "Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua".
13,58 E là, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Capitolo 14
14,1 In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù.
14,2 Egli disse ai suoi cortigiani: "Costui è Giovanni il Battista, è risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!".
14,3 Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo.
14,4 Giovanni infatti gli diceva: "Non ti è lecito tenerla con te!".
14,5 Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
14,6 Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode
14,7 che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto.
14,8 Ella, istigata da sua madre, disse: "Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista".
14,9 Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data 
14,10 e mandò a decapitare Giovanni nella prigione.
14,11 La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
14,12 I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
14,13 Avendo udito questo, Gesù partì di lì su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.
14,14 Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
14,15 Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare".
14,16 Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare".
14,17 Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!".
14,18 Ed egli disse: "Portatemeli qui".
14,19 E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
14,20 Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.
14,21 Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.
14,22 Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla.
14,23 Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
14,24 La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario.
14,25 Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare.
14,26 Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "è un fantasma!" e gridarono dalla paura.
14,27 Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!".
14,28 Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque".
14,29 Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.
14,30 Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!".
14,31 E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?".
14,32 Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
14,33 Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!".
14,34 Compiuta la traversata, approdarono a Genèsaret.
14,35 E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati
14,36 e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.